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Cap.4 La Diagnosi Multiassiale (DSM III) dei disturbi che insorgono nell’infanzia e nell’adolescenza pp. 57-78

 

Recensione

Gli autori nell’affrontare l’argomento relativo al «problema metodologico di riunire i sintomi soggettivi riferiti dal paziente, con quelli obiettivi, clinici e strumentali, raccolti visitando il paziente», riportano la proposta di H. Ey di distinguere in un esame psichiatrico tre piani semiologici (semiologia: del comportamento e delle condotte sociali; dell’attività psichica basale attuale; del sistema permanente della personalità). Inoltre valutano l’importanza, l’utilità e la difficoltà di una classificazione, prendendo in considerazione l’I.C.D.9 (semplice strumento di statistica proposto dall’organizzazione mondiale della sanità: destinato a facilitare la comunicazione tra psichiatri nel mondo) ma soprattutto soffermandosi sull’D.S.M.III (metodo messo a punto dall’associazione psichiatrica americana che richiede un approccio multiassiale, cioè «lo studio della personalità viene definito secondo alcuni raggruppamenti principali che assumono un ben preciso significato sul piano comportamentale»): in particolare come al suo interno viene trattata la psicopatologia dell’età evolutiva; concludono elencando vantaggi e limiti del metodo.

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