Piatti dopo aver precisato la finalità ultima di educatori musicali e terapeuti (e cioè, «la maturazione e lo sviluppo della persona in una prospettiva di libertà»), affronta il problema di formazione e competenza: la prima la considera come l’«acquisizione di una ʽcompetenzaʼ», mentre della seconda individua tre punti che la qualificano (sapere, saper fare e saper comunicare); quindi l’educatore o il terapeuta «che vuole usare la musica nella propria attività, deve essere in grado di ʽprodurreʼ musica». Poi prende in considerazione la creatività, intesa come la «capacità di creare qualcosa», dicendo che essa «non nega il modello e la regola» ma, invece, «parte dal modello (già dal fatto e dal già sperimentato) per arricchirlo, modificarlo, trasformarlo». Così «dal binomio creatività/musica è possibile ricavare altre sollecitazioni»: ad esempio si possono «dare più significati allo stesso prodotto o alla stessa azione che produce musica». Quindi si sviluppa la «capacità di non fermarsi o fissarsi su un’unica direzione, di ipotizzare e di sperimentare altre possibilità, che ci permette di acquisire un’abitudine all’atteggiamento creativo». Inoltre sottolinea che «occorre collocare il prodotto ne processo evolutivo della persona, per far emergere gli elementi positivamente formativi e favorenti lo sviluppo delle potenzialità creative di ciascuno».
Recensione
Piatti dopo aver precisato la finalità ultima di educatori musicali e terapeuti (e cioè, «la maturazione e lo sviluppo della persona in una prospettiva di libertà»), affronta il problema di formazione e competenza: la prima la considera come l’«acquisizione di una ʽcompetenzaʼ», mentre della seconda individua tre punti che la qualificano (sapere, saper fare e saper comunicare); quindi l’educatore o il terapeuta «che vuole usare la musica nella propria attività, deve essere in grado di ʽprodurreʼ musica». Poi prende in considerazione la creatività, intesa come la «capacità di creare qualcosa», dicendo che essa «non nega il modello e la regola» ma, invece, «parte dal modello (già dal fatto e dal già sperimentato) per arricchirlo, modificarlo, trasformarlo». Così «dal binomio creatività/musica è possibile ricavare altre sollecitazioni»: ad esempio si possono «dare più significati allo stesso prodotto o alla stessa azione che produce musica». Quindi si sviluppa la «capacità di non fermarsi o fissarsi su un’unica direzione, di ipotizzare e di sperimentare altre possibilità, che ci permette di acquisire un’abitudine all’atteggiamento creativo». Inoltre sottolinea che «occorre collocare il prodotto ne processo evolutivo della persona, per far emergere gli elementi positivamente formativi e favorenti lo sviluppo delle potenzialità creative di ciascuno».
Indice