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Cap.3 Il ricercatore e il processo di ricerca in musicoterapia pp. 39-52

 

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Editore: Cap.3 Il ricercatore e il processo di ricerca in musicoterapia pp. 39-52

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Recensione

Una delle maggiori difficoltà che deve affrontare un ricercatore in musicoterapia è riconoscere che all’interno di un’equipe egli andrà a ricoprire due ruoli: quello di ricercatore e fonte egli stesso di ricerca, perché il musicoterapista non solo è condizionato da ciò che osserva, ma è egli stesso osservato e verrà modificato da questa situazione. Un primo dato importante per il musicoterapista è rendersi conto che la sua attività clinica è una costante ricerca. Nella ricerca l’holding (per holding musico terapeutico l’autore intende tutto ciò che attiene all’evento musicoterapico, sia materiale che di concetto) musicoterapico diviene il supporto all’apertura massima del campo di osservazione, talora non proteggendo il ricercatore. Non è sufficiente ritenere che l’azione di ricerca sia ottimale per il paziente o per l’umanità: occorre interrogarsi sul reale desiderio del paziente. Il musicoterapista pone ed espone il proprio corpo nell’azione musicoterapica che diviene, a sua volta, oggetto di ricerca: tutto ciò è etico?

Finalità della ricerca
Descrivere
, approfondire, teorizzare, verificare.

Fasi della ricerca
Formulare e delimitare la problematica
Cercare la letteratura inerente agli elementi trattati
Stabilire una cornice teorica
Identificare le variabili e formulare le ipotesi
Stendere un processo di ricerca
(sperimentale o non-sperimentale)
Specificare la popolazione
Operazioni e misure relative alle variabili della ricerca

Ciò può effettuarsi secondo quanto riportato:
informazioni date al paziente;
tecniche di osservazione.
Elenco dei fenomeni da osservare, le cui possibilità di realizzazione sono infinite:
- movimento (ampio/piccolo/ridotto) intenzionale/non intenzionale;
-uso dello spazio;
-avvicinamento/allontanamento;
-il corpo viene avvicinato o ritratto;
-sguardo;
-mimica;
-gestualità;
-variazioni nelle stereotipe;
-produzione vocale;
-odore;
-elementi di transfert e controtransfert;
-altro.
Effettuare lo studio pilota e la revisione
Selezionare il campione
Rilevare, organizzare, analizzare i dati
Interpretare i risultati
Comunicare le osservazioni

Conclusioni

Emerge da quanto esposto che il musicoterapista che lavora all’interno di un gruppo di ricerca deve essere specializzato in quest’area di lavoro. Proprio la ricerca diviene per il musicoterapista un processo formativo che ne modifica le capacità cliniche relativamente a:
-una capacità di osservazione e percezione più ampia;
-una capacità di relazione libera e spontanea;
-il rispetto dei tempi della relazione;
-l’accettazione della paranoia dei fenomeni osservati, cioè il confronto con la complessità dei fenomeni riscontrati;
-l’accettazione della parzialità dell’osservazione dei fenomeni riportati all’esterno rispetto a quanto viene percepito nella relazione vincolare con il paziente.

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