Recensione

L’autrice descrive attraverso queste pagine la propria personale esperienza di musicoterapista in un hospice i cui pazienti sono malati oncologici in fase avanzata di terapia Con grande equilibrio fra coinvolgimento emotivo e rigore metodologico viene raccontata la relazione fatta di attenzione, ascolto ed amore con persone che intravedono la morte ormai vicina e che trovano nelle sedute di musicoterapia recettiva un’importante occasione per superare la disperazione ed affrontare la paura, raccontare se stesse attraverso metafore musicali, ripercorrere le tappe della propria esistenza, rivisitare luoghi, tempi e ricordi affettivamente significativi. Dopo aver presentato le finalità delle cosiddette “cure palliativa” ed affrontato la complessa situazione del paziente portatore di tumore in fase avanzata, il libro offre un’autentica testimonianza di vita accanto alla morte, di ricordi che cancellano rimpianti quando i pazienti, grazie alle musiche portate nella relazione terapeutica, recuperano e condividono briciole di vita che a quelle musiche sono rimaste legate o che da esse vengono evocate. Un caso clinico esplicita nei dettagli lo svolgimento delle sedute fatte di ascolti musicali e verbalizzazioni, di lacrime, carezze e sorrisi mentre l’ultimo capitolo affronta la difficile questione della valutazione nell’ambito delle terapie palliative e delle artiterapie volte a donare ai pazienti un benessere che è per sua stessa natura difficilmente descrivibile e, ancor meno, quantificabile.